30.04.2021 |

 

30 aprile 1986 – 30 aprile 2021 E’ ormai storia: sono passati 35 anni, da uno dei capitoli più importanti del nostro Paese, quando per la prima volta dei ricercatori italiani del Cnuce-Cnr (Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico del Consiglio Nazionale delle ricerche) si collegarono alla Rete Arpanet (progenitrice di Internet) negli Stati Uniti.

I ricercatori del Cnr di Pisa lavoravano da tempo alle reti di computer e ne studiavano le interconnessioni. Da qui, la collaborazione al progetto sperimentale di Internet, che collegava già Università e molti centri di ricerca e militari negli Stati Uniti.

Fino ad allora, si comunicava soltanto con le mail, che con un proprio standard di comunicazione, viaggiavano su reti informatiche chiuse. Il collegamento a una rete telematica mondiale aprì la strada a uno scambio di informazioni e di dati in tempi rapidissimi: con il collegamento a Internet del 1986, l’Italia riuscì a comunicare attraverso il protocollo Tcp/Ip, unico standard informatico della rete mondiale. E per questo bastò un “ping”, il messaggio lanciato dalla sede del Cnuce-Cnr di Pisa grazie a un “Butterfly Gateway”, una sorta di grande router, fornito dal Governo americano.

Era l’inizio di una rivoluzione, ignorato persino dalla stampa, che nessuno ancora aveva compreso appieno: l’anno dopo, nel 1987 il Cnr registra il primo dominio italiano, “cnuce.cnr.it”, dando così vita al Registro .it, l’anagrafe dei nomi Internet italiani, gestita dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa; nel 1991, invece, nasce il World Wide Web, con la pubblicazione del primo sito da parte di Tim Berners Lee.

Oggi il Registro italiano, con i suoi 34 anni di vita, conta oltre 3milioni e 400mila domini. Con questi numeri, il .it, nella classifica dei ccTLD (country code Top Level Domain), occupa il sesto posto a livello europeo e il decimo a livello mondiale.